Anche gli arbitri fanno il tifosi, a parte da questa stagione tutti dovranno confessare la loro squadra preferita.
Negarlo è praticamente inutile, proprio come i giornalisti anche gli arbitri hanno una propria squadra del cuore. Non tutti, è chiaro, ma la maggior parte degli addetti ai lavori come giudici di gara e cronisti se si avvicinano a questo sport è proprio per amore della squadra per la quale fanno il tifo. Per qualcuno potrebbe essere sinonimo di poca professionalità ma per altri si tratta di semplice trasparenza.
Per questo si è deciso di avanzare una proposta che ha dell’incredibile. Cosa succederebbe se un determinato arbitro annunciasse a tutti quelle che è la squadra per la quale fa il tifo? Immaginate un fischietto tifoso di Inter o Milan, oppure di Roma o Lazio, che si trova costretto a dover arbitrare la rivale. Magari una gara che potrebbe essere decisiva per le sorti del campionato.
Si tratta di qualcosa di impensabile, almeno fino a giorno mese fa. Ma da ora in avanti gli arbitri non dovranno più avere timore di ammettere le loro simpatie, proprio come è caduta la territorialità anche quest’altro tabù sembra destinato ad appartenere al passato una volta per tutte.
Come si fa a diminuire le polemiche? Secondo l’autorevole ex fischietto Howard Webb, oggi a capo degli arbitri in Inghilterra, una soluzione congeniale è proprio quella di lasciare gli arbitri manifestino le loro preferenze calcistiche.
La scelta è ufficiale: per evitare conflitti i direttori di gara della Premier League dovranno dire per quale squadra tifano. Si tratta di una rivoluzione epocale per il calcio ma anche dell’inizio di nuove polemiche, soprattutto da parte dei detrattori che non credono sia questa la soluzione migliore.
La curiosità è molta e sarà divertente vedere come gli arbitri si comporteranno nei confronti di club e pubblico che rischiano così diventare ancora di più acerrimi rivali. Questo potrebbe anche dare vita a polemiche retroattive visto che, una volta appreso il tifo di un determinato giudice, si andrà a giudicare il vecchio operato misurandolo con le sue simpatie.
In Italia siamo ancora molto lontani da qualcosa del genere e secondo qualcuno si tratta di uno scenario che non si verificherà mai. La scelta rimane comunque positiva visto che, al di là di tutto, avvicina gli arbitri ai tifosi e viceversa.
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