Toccanti le parole utilizzate da Jannik Sinner nell’esaltare uno degli interpreti più incredibili nella storia del tennis.
È indubbiamente l’attrazione principale del Madrid Mutua Open. È colui che sta catalizzando l’attenzione di milioni di fans, nonché degli addetti ai lavori, che sentono nell’aria il profumo della grande impresa.
Siamo ancora obiettivamente lontani dal poter immaginare un suo trionfo finale in una competizione che ora si farà via via più complicata, ma il solo fatto di averlo visto battere, mostrando in campo la solita tenacia e quella sensazione di imbattibilità che lo ha accompagnato per anni nella sua carriera, un giocatore alla soglia della Top 10, tanto è bastato per sognare. Per pensare che altre pagine epiche potrebbero essere presto scritte.
Stiamo ovviamente parlando di Rafa Nadal, l’indomabile guerriero che, ormai alla soglia dei 38 anni, continua a lottare come un leone nel suo terreno di caccia preferito: la terra rossa. Il suo regno incontrastato per almeno 15 anni. Dopo aver battuto – prendendosi così la rivincita di Barcellona – Alex De Minaur nel match di secondo turno a Madrid, Rafa è tornato ad avanzare delle credenziali di vittoria finale.
Forse il fisico non lo assisterà fino all’ultimo atto, forse qualcuno lo batterà nel corso della kermesse, ma il campione c’è. Forse è tornato per davvero. Forse a Parigi potrebbe essere scritta un’altra leggendaria pagina di una carriera incredibile.
Reduce dalla vittoria nel derby azzurro contro Lorenzo Sonego, Jannik Sinner ha parlato in conferenza stampa anche del big-match di giornata. Quello che per l’appunto ha visto il mancino di Manacor battere in due set il giovane australiano. L’occasione è stata propizia per parlare di ciò che ha rappresentato, e ancora incarna, un campione della levatura dello spagnolo sia per lui che per l’intero movimento.
“Rafa è stato fonte di ispirazione per il suo spirito combattivo, non si è mai lamentato di nulla ed è veramente speciale. Ha dato tanto al nostro sport“, ha detto l’altoatesino, che mai ha battuto lo spagnolo sulla terra battuta. “Ora per lui le cose sono un po’ cambiate, però si vede che l’intensità con cui si allena e gioca è ancora alta. Batterlo sulla terra battuta è una delle sfide più complicate del nostro sport“, ha concluso Jannik.
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