Mentre il numero uno del mondo si prepara al suo esordio all’Open del Canada, lo spagnolo è atteso all’ennesimo appuntamento con la storia
Quando, dopo gli Australian Open vinti in rimonta dal campione altoatesino, si parlava di chi fosse più avanti, nel lungo percorso che avrebbe portato – e che probabilmente porterà – uno dei due ad essere designato come il vero dominatore del tennis negli anni a venire, in parecchi avevano creduto che il trono sarebbe stato appannaggio di Jannik Sinner.
Dopo la prestigiosa affermazione del luglio 2023 sui campi di Wimbedon, infatti, Carlos Alcaraz sembrava stranamente entrato in un’apparente fase involutiva. Nessun torneo vinto dai Championships in poi, una tenuta mentale ancora da migliorare e – perché i dati statiistici significheranno pur qualcosa – uno score negativo nei confronti diretti col nativo della Val Pusteria.
Se a questo aggiungiamo che Sinner ha continuato a fare incetta di trofei anche nei primi mesi del 2024 – segnati però, c’è da ricordare, anche dal trionfo dello spagnolo ad Indian Wells a marzo – e che ha scalzato Novak Djokovic dalla posizione numero uno del ranking, ecco che il partito a favore dell’azzurro si è riempito di ulteriori iscritti.
Il doppio appuntamento, quest’anno ancor più ravvicinato per consentire lo svolgimento del torneo olimpico, col Roland Garros e con Wimbledon avrebbe dovuto certificare la supremazia dell’azzurro. Che invece, nella considerazione di molti, ora sembra passato in seconda posizione.
Il motivo è presto detto: l’iberico ha messo a segno una clamorosa doppietta, togliendosi anche la soddisfazione di battere Sinner nella semifinale di Parigi, dopo averlo sconfitto anche nel penultimo atto del succitato torneo californiano che poi vinse.
Del resto, anche qui le cifre non mentono. Il 21enne della provincia di Murcia ha in bacheca già 4 Major – su altrettante finali disputate – contro il solo Slam conquistato dall’italiano in Australia. Carlos è anche tornato in vantaggio nel computo degli scontri diretti, mostrando, soprattutto negli incontri sulla distanza di 5 set, una superiorità nei confronti di Sinner che ora appare evidente ad un numero crescente di appassionati. A prescindere dal tifo e dai gusti personali.
Se poi ci mettiamo dentro anche il cammino alle Olimpiadi di Parigi, dove lo spagnolo ha dato spettacolo annichilendo gli avversari incontrati prima di approdare in finale, ecco che il ribaltamento può dirsi completo.
Dopo aver sofferto la ‘condanna’ di dover esser necessariamente migliore del rivale spagnolo a causa della diversa età (Sinner sta per compiere 23 anni, mentre l’iberico ne ha fatti 21 a maggio), l’allievo di Simone Vagnozzi si consola con la prima posizione nel ranking mondiale. Una supremazia che però ora dovrà essere difesa con le unghie e con i denti almeno fino a fine anno, per evitare che le sensazioni dei tifosi siano confermate dai meri numeri dell’ATP.
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