Dopo esser stato sopravanzato da Alcaraz, Jannik Sinner è stato superato anche da Medvedev nelle gerarchie dell’ex fuoriclasse.
Sono ormai anni che il calendario del circuito ATP sottopone gli atleti a dei veri e propri tour de force in giro per il mondo. Vero è che questo comporta anche maggiori guadagni e un ritorno in termini di visibilità, ma il rovescio della medaglia – costituito dal rischio di infortunarsi – spesso presenta agli atleti un conto salatissimo.
Non è un caso che un professionista meticoloso e attento ai dettagli come Jannik Sinner si sia circondato, nel suo staff, di persone che organizzano il suo calendario secondo una precisa tabella. Che non ammette deroghe di alcun tipo. Una prova in tal senso è stata la rinuncia alla convocazione in Coppa Davis per la fase a gironi tenutasi a Bologna a metà dello scorso settembre, subito dopo gli Us Open.
Nonostante le vivaci polemiche per un presunto mancato attaccamento del nativo di San Candido alla maglia azzurra – illazione smentita poi clamorosamente da quanto accadde a Malaga appena due mesi dopo – Simone Vagnozzi e Darren Cahill consigliarono a Sinner di riposare in vista del rush finale della stagione. Mai decisione fu più saggia, se andiamo a vedere il cammino di Jannik da ottobre in poi. Due tornei vinti – Pechino e Vienna – la finale delle ATP Finals di Torino e la cinquina di vittorie in Coppa Davis.
Con tanto di Insalatiera portata a casa. Come non riconoscere che la tabella messa in atto dallo staff del tennista non abbia prodotto dei grandi risultati? Se ormai abbiamo imparato a riconoscere le decisioni di Sinner in un dato momento dell’anno, forse riusciremo ad accettare senza rimpianti la scelta fatta da una leggenda del tennis che fu. Uno che avrebbe apparentemente snobbato il campione azzurro quando si è trattato di costituire la miglior formazione possibile da far scendere in campo.
Stiamo parlando di Bjorn Borg, il leggendario ex campione scandinavo. Da anni Borg ha assunto il ruolo di capitano del Team Europa nella Laver Cup, la manifestazione che mette di fronte i tennisti europei contro quelli del resto del mondo.
La kermesse, nata nel 2017 anche grazie al diretto interessamento di Roger Federer, è rinomata per aver ospitato, nel 2022, la partita d’addio dello stesso campione svizzero. Nella scelta dei tennisti da schierare per riportare il trofeo in Europa – il capitano può fare tre nomi, mentre altri sei componenti sono stabiliti dal ranking – Borg ha da subito cooptato alla causa Carlos Alcaraz, il numero due del mondo.
Successivamente la scelta è caduta su Daniil Medvedev e Alexander Zverev. Che così completeranno il trio di campioni che Borg potrà schierare. E Sinner? Jannik non c’è. Un’esclusione che fa discutere, certo, ma che forse possiamo interpretare. Il 67enne svedese forse già sa che il periodo in cui si disputa la Laver Cup – dal 20 al 22 settembre a Berlino – non è esattamente propizio per avere con sé Jannik. Il quale, non nascondiamoci, difficilmente avrebbe accettato di partecipare ad un evento che, tradizionalmente, ha comunque sempre visto la presenza dei più grandi campioni in attività.
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