Jannik Sinner è stato scagionato dalle accuse di doping ma la WADA ha già fatto sapere che potrebbe fare ricorso: rischio squalifica?
La sentenza di non colpevolezza ha scagionato Jannik Sinner dalle accuse di doping ma non ha fermato il polverone che si è alzato sulla vicenda, specialmente sui social. La scorsa primavera il numero 1 del ranking ATP era risultato positivo al clostebol, uno steroide anabolizzante vietato dalle norme antidoping.
Tuttavia, secondo quanto emerso nell’indagine indipendente condotta dall’International Tennis Integrity Agency (ITIA), l’assunzione è stata inconsapevole e per questo l’altoatesino è stato prosciolto da ogni accusa. Nonostante questa sentenza di assoluzione Sinner ha comunque perso i punti ottenuti nel torneo di Indian Wells (400, ndr): secondo le regole, infatti, l’atleta è responsabile anche degli errori compiuti dal suo team.
Sì, perché il clostebol rinvenuto nelle analisi di Sinner è dovuto al Trofodermin, uno spray utilizzato dal suo fisioterapista, Giacomo Naldi, per curarsi una ferita alla mano. Naldi si è curato per giorni con questo spray e contemporaneamente ha massaggiato il corpo di Sinner (che presentava alcune ferite, specialmente ai piedi) sempre a mani nude.
Sinner squalificato? Cosa può succedere in caso di ricorso
La quantità bassissima di clostebol rinvenuta nei campioni ha convinto gli esperti che la ricostruzione di Sinner e del suo staff è “molto plausibile“: per questo il tennista italiano è stato scagionato. Tuttavia la storia potrebbe non finire qui. Sui social si è scatenato un vero e proprio dibattito tra chi ha preso le posizioni del numero 1 al mondo e chi invece lo attacca frontalmente (lo hanno fatto anche alcuni colleghi, tra cui Kyrgios).
L’esperto di doping tedesco Fritz Sörgel non crede molto a quanto affermato da Sinner e dal suo staff e invita la WADA – l’agenzia mondiale antidoping, ndr – a fare piena luce sulla vicenda. Proprio ieri la WADA ha confermato all’agenzia di stampa tedesca Deutsche Presse-Agentur che si riserva il diritto di ricorrere in appello, se ritenuto necessario, contro il caso di Jannik Sinner davanti al Tribunale arbitrale dello sport di Losanna. Il ricorso può essere presentato entro il 6 settembre.
Fritz Sörgel evidenzia che l’assunzione del clostebol comporta un’interdizione da due a quattro anni, ma ci sono dei precedenti che sembrano venire incontro alla linea adottata dall’International Tennis Integrity Agency su questa vicenda. Anche un altro tennista italiano, Marco Bortolotti, risultò positivo al clostebol lo scorso novembre: in primavera è poi arrivata l’assoluzione per assunzione involontaria.