Svolta nel mondo del calcio, la Superlega può nascere da un momento all’altro: gli scenari dopo la sentenza della Corte di Giustizia
Che piaccia o meno, la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea sul caso Superlega ha un valore di portata storica. Di fatto, i quindici giudici che hanno pronunciato il verdetto non hanno tanto dato ragione a Florentino Perez, Andrea Agnelli e agli altri sostenitori della Superlega, ma hanno invece chiaramente dato torto all’Uefa alla Fifa, certificando l’esistenza di un abuso di potere che adesso non può più essere in alcun modo difeso. E questo potrebbe aprire a scenari davvero rivoluzionari.
Senza entrare nei dettagli e nei tecnicismi di una sentenza destinata a fare giurisprudenza, di fatto la Corte di Giustizia ha deciso che possono esistere manifestazioni calcistiche non organizzate da Uefa e Fifa e che ogni tipo di sanzione nei confronti di club e giocatori che decidessero di prendervi parte sarebbe illegale, cosa che peraltro continuerebbe a scontrarsi con quanto stabilito, ad esempio, in Italia dalla cosiddetta norma ‘anti Superlega’ e in altri paesi da azioni politiche che potrebbero essere intraprese a breve.
In questo momento dunque, salvo altri cambiamenti, gli organizzatori della Superlega o di tornei analoghi hanno ricevuto uno straordinario via libera. Un’apertura clamorosa che ha fatto immediatamente esultare non solo i vertici della società A22 che sta cercando di realizzare la Superlega, ma anche e soprattutto Real Madrid e Barcellona, le due società che al momento stanno appoggiando con più forza ogni tipo di rivoluzione in tal senso. Ma cosa può succedere davvero adesso? Ecco gli scenari più plausibili.
Via libera alla Superlega: i possibili scenari nell’immediato futuro
Un aspetto va chiarito fin da subito: realizzare la Superlega, che Real, Barça e poche altre squadre vorrebbero far partire già nel 2025, sarà molto complicato, se non addirittura impossibile in così poco tempo. Anche perché alcuni dei club che dovrebbero essere coinvolti in un progetto di tale portata si sono già detti contrari a ogni tipo di cambiamento, dai due Manchester all’Inter, dall’Atletico Madrid al Bayern e la Roma.
Nonostante questo, A22 è convinta di poter lanciare un nuovo modello di competizione, in concorrenza con quelli Uefa, in grado di coinvolgere tra le 60 e le 80 squadre, divise in varie categorie, con qualificazioni basate sui meriti sportivi e senza alcuna tutela nei confronti di quelle big che, nel primo progetto, avrebbero dovuto avere un posto assicurato e perpetuo ai vertici della lega principale.
Per lanciare in Europa una manifestazione del genere bisogna difendere i principi cardine del nostro sport. Per questo motivo il format è stato completamente ripensato, e reso anche più appetibile per un altro aspetto: il presidente di A22, Reichart, ha assicurato di avere già stretto accordi per poter trasmettere le partite della Superlega in chiaro, gratuitamente, attraverso una nuova piattaforma.
Superlega contro Champions League: braccio di ferro tra i club e l’Uefa?
Slancio di populismo o meno, mai come in questo momento i sostenitori della nuova manifestazione sembrano essere convinti che la rivoluzione sia già iniziata e che nulla possa fermare un cambiamento che potrebbe portare il calcio a diventare qualcosa di totalmente diverso rispetto a quello che abbiamo conosciuto oggi.
Lo scenario più probabile, infatti, è che nel giro di qualche anno si possa arrivare a una situazione simile a quella del basket, in cui esiste un’Eurolega ‘privata’ ben più ricca e appetibile della Champions League organizzata dalla Fiba. Dire che le manifestazioni Uefa siano destinate a ‘morire’ è da questo punto di vista forse eccessivo, ma mai come in questo momento sembra verosimile immaginare quantomeno la nascita di un modello alternativo. Cosa peraltro già accaduta in Inghilterra con la nascita della Premier esterna alla Football Association.
E se questo modello alternativo si rivelerà più ricco e conveniente per i club, va da sé che nel giro di pochi anni risulterà sicuramente anche il modello vincente, con buona pace della ‘vecchia’ Champions, a quel punto destinata ad accogliere squadre di minor rango.