Jannik Sinner lanciatissimo verso la leggenda del tennis, i segreti del suo successo: emerge un retroscena inatteso.
Già tre successi di prestigio, per Jannik Sinner, in questo inizio di 2024 che lo sta consacrando come il nuovo fenomeno del tennis mondiale. Dopo aver vinto agli Australian Open, a Rotterdam e a Miami, non vuole certo fermarsi qui, anzi. E suona la carica in vista della stagione sulla terra rossa.
Per lui in programma solo i tornei principali, ma sono quelli che potrebbero consentirgli, se tutto andasse per il meglio, di scattare in avanti e di superare Djokovic in vetta al ranking. Dunque, in calendario, i tre Masters 1000 di Montecarlo, Madrid e Roma, prima del Roland Garros.
Si attende di capire se anche sulla terra rossa, dove lo scorso anno non era stato molto brillante, vedremo il Sinner cannibale degli ultimi tempi. Di sicuro, l’azzurro ha avuto una crescita esponenziale da un anno a questa parte, diventando sempre più efficace e sempre più aggressivo nel proprio gioco. I risultati parlano da soli e adesso Sinner è uno spauracchio un po’ per tutti. Chiedere per informazioni soprattutto a Djokovic e Medvedev, ma anche Alcaraz, nonostante la vittoria nell’ultimo precedente, ne sa qualcosa.
Alla scoperta del Sinner ‘quotidiano’, ecco che cosa odia di più durante gli allenamenti
I miglioramenti più considerevoli Jannik li ha avuti dal punto di vista fisico. In precedenza, c’era la sensazione di difficoltà, da parte sua, negli scambi lunghi, nelle partite maratona e in generale nei tornei ravvicinati. C’è stato un grande lavoro sotto questo aspetto e adesso l’altoatesino è una vera macchina da guerra.
Ha parlato di tutto questo Umberto Ferrara, il preparatore atletico di Sinner. Che in una intervista a ‘La Repubblica’ ci ha svelato i segreti del campione e si è raccontato come il suo ‘torturatore’: “Parliamo di una crescita muscolare non clamorosa, anche se molto importante – ha dichiarato – Già un anno fa aveva messo su circa tre chili di muscoli“. In effetti, il percorso a Indian Wells, Miami e Montecarlo, dove era già arrivato in fondo, aveva fatto emergere segnali incoraggianti.
Un allenamento costante e quotidiano in cui ha sviluppato maggiore resistenza, anche se come tutti i giocatori ci sono aspetti del lavoro che gli sono meno graditi. “Metterlo sul campo senza una racchetta in mano è come fargli una violenza“, ha aggiunto Ferrara, riferendosi alle lunghe sessioni atletiche cui è stato sottoposto. Ma i risultati adesso sono strabilianti.