Non c’è pace per Sinner dopo la sconfitta subita ai quarti di Wimbledon per mano di Medvedev: sentenza inappellabile.
Da quando è calato il sipario sull’avventura di Jannik Sinner all’All England Club, ne sono successe di tutti i colori. Come il fatto, ad esempio, che i detrattori abbiano colto la palla al balzo per sparare a zero sul campione altoatesino e per mettere in discussione la sua leadership. Come se essere numero 1 al mondo mettesse in guardia dalle sconfitte e fosse garanzia di successo in ogni torneo, a qualunque latitudine.
Le cose, ahinoi, non funzionano esattamente in questo modo. L’azzurro era, insieme a Carlos Alcaraz, il favorito per la vittoria dei Championships, ma un brutto virus gli ha messo i bastoni tra le ruote, costringendolo a faticare contro Daniil Medvedev più di quanto non avrebbe fatto in condizioni normali. Una sconfitta che non tutti, comunque, sembrano disposti a perdonargli, soprattutto dopo che al Roland Garros, seppur in circostanze assai diverse, era stato messo alla porta proprio dal suo più acerrimo avversario, il fenomeno di Murcia.
Fortuna che non tutti la pensano così. Fortuna che c’è anche chi trova che sia assolutamente normale che Sinner abbia, di tanto in tanto, dei momenti di down. Come Adriano Panatta, ad esempio, che di attacchi gratuiti e di polemiche se ne intende, essendoci passato ancor prima che Jannik venisse al mondo.
Il leggendario tennista azzurro ha voluto spezzare una lancia del suo successore e lo ha fatto con una disamina, estremamente lucida e razionale, apparsa sulle pagine del Corriere della Sera. “Nel tennis, come nella vita, la perfezione è noia“, sentenzia Panatta, al culmine di un discorso che solo gli appassionati, quelli veri, apprezzeranno e condivideranno.
Adriano invita a riflettere, in buona sostanza, sul fatto che “esiste una normalità della sconfitta” e che la si dovrebbe rispettare perché, appunto, a suo avviso non c’è niente di male nell’uscire sconfitto da un torneo. Prosegue ricordando, nel caso qualcuno lo avesse rimosso, che nessuno è imbattibile, né nel tennis e né tanto meno nello sport in generale.
Invita, ancora, a ridimensionare le aspettative, onde evitare, appunto, di rimanerci troppo male nel caso in cui Sinner, com’è lecito che accada, perda un match, ma anche per non aggiungere altri “inutili mostri oltre a quelli che conosciamo“. Chiede infine, in maniera provocatoria, se l’affetto nei suoi confronti sia sincero o se invece gli italiani si servano di Sinner per sentirsi, insieme a lui, un po’ imbattibili. Una bacchettata pesantissima, dunque, in perfetto stile Panatta. Della serie chi ha orecchie per intendere, intenda…
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