Proprio nel corso del decisivo parziale di una battaglia durata oltre tre ore, il campione si è accasciato a terra: responso drammatico.
La Dea bendata, o meglio gli Dei del tennis, non guardano in faccia a nessuno. Nemmeno a chi, al termine di una carriera che, per ammissione del diretto interessato, sarebbe stata interrotta dopo l’estate, era ancora lì. A lottare come se non ci fosse un domani. A tentare di vincere quell’ultimo scambio per allungare il match. Anche a sbagliare rimettendo costantemente in partita l’avversario di turno, come praticamente sempre accade in ogni suo incontro.
Non c’è (stata) giustizia per il vecchio campione, 36 anni e una vita costellata di successi, che sarebbero stati infinitamente maggiori se sulla sua strada non avesse incontrato i Big Three nel loro massimo splendore. Eppure…eppure Andy Murray le sue soddisfazioni se l’è tolte. Eccome se lo ha fatto.
Tre Major messi in bacheca – tra cui 2 Wimbledon – un titolo ATP Finals e due volte campione olimpico. Ma non solo. Anche una carriera costellata di infortuni – prima alla schiena, poi all’anca, con ben due operazioni – e una serie di tormenti fisici che avrebbero abbattuto chiunque. Lui no, lui non si è mai arreso.
Nonostante fosse già abbondantemente calato in quel ranking che nel 2016, in piena era d’oro dei vari Federer, Nadal e Djokovic, lo aveva incoronato numero uno nel mese di luglio, lo scozzese ha perseverato nella sua missione. Un altro set, un’altra partita, un altro turno vinto, un altro torneo portato a casa. Solo questo chiedeva Sir Andy. Il destino, sul finale del match di sedicesimi di finale a Miami contro il ceco Machac, gli ha tolto tutto questo. Forse per sempre.
Proprio sul punto che lo aveva portato al 5-5 nel terzo set dell’ennesima sfida epica della sua carriera, la caviglia di Murray ha fatto crack. “Rottura dei legamenti del peroneo-astragalico e una lesione del legamento calcaneo peroneale”: questa la diagnosi, impietosa, emessa sul britannico dopo la sfida poi persa al tie-break.
Già perché, se non lo aveste ancora capito, Murray il match ha voluto portarlo a termine. Giocando il tutto per tutto, seppur quasi su una gamba sola, prima di capitolare in un torneo che lo aveva visto brillare fino a quel momento.
La carriera del tennista, sebbene lo stesso si rifiuti di dare un qualsivoglia annuncio prima che un medico non lo obblighi a fermarsi, è a serio rischio. “Vedrò uno specialista delle caviglie quando tornerò a casa, per stabilire i prossimi passi. È una cosa dura da accettare e resterò fuori per un lungo periodo. Ma tornerò” ha scritto il vecchio campione sul proprio account Instagram prima di lasciare la Florida.
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