Tra le conseguenze più immediate del caso Clostebol che ha colpito Jannik Sinner c’è stato anche il licenziamento del fidato collaboratore.
Una vicenda di cui si sta parlando ancora, e che per tanto tempo ancora occuperà le pagine delle cronache sportive e non solo: il caso di positività al Clostebol di Jannik Sinner rischia di essere, se già non lo sia, un autentico spartiacque nella carriera del più grande tennista italiano di sempre.
Se l’ammenda di 300mila euro e la perdita dei 400 punti conquistati al torneo di Indian Wells non spostano sostanzialmente nulla né nel breve né nel lungo periodo, le conseguenze a livello d’immagine rischiano di marchiare indelebilmente la figura del campione.
Il quale intanto ha preso da tempo l’inevitabile decisione di allontanare dal suo staff il preparatore atletico personale Umberto Ferrara e il fisioterapista Giacomo Naldi, loro malgrado protagonisti e responsabili dell’incredibile ‘incidente’ che ha portato a far sì che il Clostebol fosse rilevato nelle urine del giocatote altoatesino.
Com’è noto, per curare una ferita apertasi sul mignolo della mano sinistra, Ferrara fornì a Naldi il Trofodermin, una pomata cicatrizzante contenente il principio attivo della sostanza proibita. Il massaggio col quale Naldi intendeva lenire le sofferenze fisiche del tennista si è poi rivelato fatale, visto che quantità infinitesimali di Clostebol penetrarono in una lesione della pelle dell’allora 22enne. Da lì il patatrac: Sinner positivo a controllo antidoping di Indian Wells.
Le prove fornite a supporto del chiarimento dell’assunzione involontaria dello steroide anabolizzante dimostrarono poi il coinvolgimento dei due collaboratori di Jannik nella vicenda: inevitabile il doloroso licenziamento di due figure molto importanti nello staff del giocatore.
Naldi, l’amaro sfogo corre sui social: “Sono stato professionale al 100%”
“È proprio vero che esistono due binari della giustizia: quella vera sancita dai Tribunali e quella (purtroppo più efficace) sancita dai media. Quest’ultima troppo spesso superficiale e raramente basata sui fatti concreti, che in questo caso sono peraltro pubblici“, ha esordito Naldi nel suo amaro sfogo affidato al suo profilo Instagram.
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“Da spettatore mi sono sempre chiesto quale fosse l’obiettivo di spettacolarizzare le vicende giudiziarie, se non quello di giudicare, creare o distruggere le persone e la loro reputazione. Oggi che ne sono protagonista, ne ho la conferma“, ha proseguito l’ex collaboratore, per 6 anni, della Virtus Bologna Basket.
Confessioni davvero amare da parte di colui che col tennista aveva stabilito un rapporto umano che era andato molto al di là dell’aspetto professionale. Tant’è vero che il fisioterapista non ha rinunciato a salutare il suo ex assistito, augurandogli il meglio per il prosieguo della carriera.
“Sono orgoglioso di aver fatto parte di questo grande team, consapevole di aver dato il massimo, di essere stato professionale al 100% ma anche di aver dato di più. Grazie Jannik e in bocca al lupo per una grande carriera, sei un campione“, ha concluso amaramente.