Il fuoriclasse maiorchino, fresco di rinuncia agli Australian Open per un nuovo infortunio, incassa la dura critica dell’ex giocatore
Mentre i vari Djokovic, Alcaraz, Medvedev e il nostro Jannik Sinner sono impegnati nella lunga scalata all’ultimo atto degli Australian Open, il primo Major dell’anno, lui è in Spagna a curarsi. E dire che la sua presenza all’Happy Slam di inizio stagione era stata lanciata come una delle grandi attrazioni di Melbourne.
Peccato che, dopo le tre partite sul cemento di Brisbane per l’omonimo torneo della categoria 250, un nuovo infortunio abbia fermato Rafael Nadal. Che proprio nella località australiana era tornato a calcare il rettangolo di gioco, vincendo le prime due sfide e arrendendosi, dopo 3 ore e 25′ di gioco e tre match point sprecati nel secondo set, a Jordan Thompson. Uno degli idoli di casa.
Un micro strappo al muscolo – localizzato non nella stessa parte dell’operazione all’anca di giugno – ha stroncato il suo desiderio di gareggiare al meglio dei 5 set contro tutti i migliori del circuito. In attesa di capire quali saranno i tempi di recupero del mancino di Manacor, lo spagnolo è stato insignito del titolo di ambasciatore della Federazione di tennis saudita (STF).
Una notizia che non è certamente passata inosservata agli occhi di molti addetti ai lavori. Nonché a quelli di ex leggende del tennis azzurro come Adriano Panatta. Il quale ha detto la sua tramite dichiarazioni riportate dall’agenzia ANSA.
Criticato da più parti per la scelta di sponsorizzare il movimento sportivo di un paese che in tema di diritti umani è sempre nell’occhio del ciclone, l’iberico ha dapprima incassato le dure critiche di Peter Frankental, direttore degli affari economici di Amnesty International UK.
“Nadal piuttosto parli apertamente dei diritti umani. Dal tennis al calcio, dal golf alla boxe, le autorità saudite hanno speso miliardi per distogliere l’attenzione da uno spaventoso primato in termini di diritti umani“, le dichiarazioni del dirigente.
Come anticipato, anche l’ex fuoriclasse azzurro non ci è andato tenero nel giudizio sullo strano binomio tra Nadal e l’Arabia Saudita. “Rafa Nadal testimonial del tennis in Arabia Saudita? Se parliamo di diritti umani andrebbe fatta una trasmissione a parte…Dico solamente che gli arabi si stanno comprando tutto: calcio, golf, tennis, automobilismo. Questo è il mondo, purtroppo“.
Giova ricordare che Nadal ha inaugurato ben 16 anni fa la Rafa Nadal Foundation, la sua fondazione benefica a favore di giovani e bambini in condizioni difficili. L’organizzazione, che ha sede a Maiorca, vede nel ruolo di presidente la madre del tennista, Ana Maria Parera. Attraverso la struttura di solidarietà, il maiorchino si è reso protagonista di diverse iniziative benefiche a favore dei più sfortunati. Forse proprio per questo la sua decisione di associarsi all’Arabia Saudita ha fatto storcere la bocca a parecchi.
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