Tiger Woods ha deciso di entrare a gamba tesa facendo un intervento che getta benzina sul fuoco: caos e polemiche nel mondo del golf
Vi avevamo parlato qualche giorno fa della scelta del PGA of America di pagare i golfisti statunitensi che parteciperanno alla Ryder Cup a partire dalla prossima edizione. Una decisione che ha fatto molto discutere, perché la competizione ha uno spirito particolare ed è stata criticata anche dagli europei, che hanno affermato di giocare per la gloria e non per denaro.
Proprio in merito al pagamento per i giocatori, sono arrivate le parole di Tiger Woods. Da sempre sostenitore del principio di ricevere un compenso per giocare, il golfista statunitense ha voluto precisare che l’idea è quello di devolvere il tutto in beneficenza. E c’è stata anche una polemica nei confronti dei media, che secondo Tiger hanno frainteso le intenzioni dei giocatori trovando una scusa per attaccare il Team USA.
Queste le parole di Woods nel corso del PNC Championship riportate dal Mirror: “Penso sia grandioso, sono tre volte i soldi che i giocatori sono stati in grado di donare in beneficenza. Quindi penso sia una mossa grandiosa che vada nella giusta direzione”.
E’ dal ’99 che Tiger Woods sostiene che i giocatori debbano ricevere un compenso. Queste invece le sue parole all’Hero World Challenge: “Direi che tornando ai miei giorni da giocatore, abbiamo avuto la stessa conversazione nel 1999 e non volevamo essere pagati, volevamo dare più soldi in beneficenza”.
Poi l’attacco ai media: “Hanno girato la cosa contro di noi, hanno detto che vogliamo essere pagati, la Ryder Cup stessa fa così tanti soldi, perché non possiamo assegnarli a varie organizzazioni benefiche? E cosa c’è di sbagliato in ogni giocatore, 12 giocatori che prendono un milione di dollari e la capacità di dividerli tra fantastiche organizzazioni in cui sono coinvolti e che possono aiutare?”.
Prosegue Woods: “Non si è mai trattato di essere pagati, è come possiamo stanziare fondi per aiutare il nostro sport o aiutare le cose in cui crediamo a casa, perché è così difficile entrare in quella squadra, ci sono solo 12 giocatori. Cosa c’è di sbagliato nell’essere in grado di stanziare più fondi?”. Dalla parte europea sono arrivate delle critiche feroci, che hanno visto questa richiesta non come un atto benefico per donare i compensi, ma soltanto come uno stipendio.
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