Tifosi scioccati e disperati: è ufficiale il ritiro dall’attività agonistica di uno dei più amati, estrosi e talentuosi tennisti
Alla fine è arrivata la notizia che nessun appassionato di tennis avrebbe mai voluto leggere e apprendere. Uno dei tennisti più amati e più talentuosi del circuito Atp getta la spugna, alza bandiera bianca. Fine della corsa, anzi, fine dei giochi ma anche dei set.
Il tennis, dunque, perde uno dei suoi protagonisti, un tennista che sapeva in egual misura entusiasmare i tifosi con i suoi colpi a effetto e farli disperare per certi atteggiamenti sopra le righe e per il fatto di non aver mai messo al primo posto sprecando così il suo enorme talento.
Con una storia sul suo profilo Instagram l’ormai ex tennista Ernrests Gulbis ha ufficializzato il proprio ritiro dall’attività agonistica. Una notizia che non coglie di sorpresa e che, anzi, era nell’aria dal momento che il quasi 36enne lettone non disputa una partita dal febbraio del 2023, dal match di Coppa Davi vinto, a fatica e solo al tie break decisivo, contro l’israeliano Daniel Cukierman, all’epoca n° 367 ATP.
Scorrono, quindi, i titoli di coda sulla carriera di una promessa incompiuta della racchetta, il classico giocatore di talento che avrebbe potuto raccogliere molto di più se solo il tennis fosse stato la sua priorità. Del resto, figlio di un magnate dell’energia, tra gli uomini più ricchi della Lettonia, Gulbis non giocava a tennis per ‘guadagnarsi la pagnotta’ né tantomeno aveva problemi a mettere insieme il pranzo con la cena.
Infatti, fin da quando era un tennista in erba, mentre i suoi colleghi coetanei si facevano in quattro per far quadrare i conti e sbarcare il lunario in attesa di sfondare, Ernests andava in giro per i tornei con aerei privati e soggiornando in hotel a 5 stelle. Eppure, giocando un tennis tanto particolare, soprattutto per la sua strana apertura con il dritto, quanto spettacolare e bello da vedere, Gulbis è riuscito a togliersi qualche soddisfazione come l’aver raggiunto la decima posizione nel ranking Atp.
Era il 9 giugno 2014, il lunedì successivo al Roland Garros in cui Ernests aveva raggiunto la sua prima (e unica) semifinale dello Slam battendo, tra gli altri, agli ottavi, Sua Maestà Roger Federer, con una prestazione sontuosa e arrendendosi solo a un certo Novak Djokovic. Nel suo palmares anche i quarti a Indian Wells e a Madrid 6 titoli del circuito Atp, tra cui Marsiglia e Nizza, che alimentano i rimpianti per quello che avrebbe potuto regalare al tennis e ai suoi appassionati se, come da sua stessa ammissione, non fosse stato allergico agli allenamenti, al duro lavoro e ai sacrifici della vita da atleta.
Ingredienti immancabili nella ricetta del successo nello sport anche per chi è dotato di talento.Ma non lo sapremo mai, con Gulbis che pertanto rimarrà uno dei più grandi “what if” degli ultimi 20 anni del tennis, in quanto con i ‘se’ e con ‘ma’ non si fa la storia. Neanche quella del tennis.
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